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#28
SINISTRI

di Mickey e Carlo Monni

 

 

Worthington Tower, Sala riunioni degli X-Men
-Cosa vuol dire che non riesci a teletrasportarti?!- chiede Arcangelo, parlando in linea d'aria verso un microfono non visibile. Le sue mani premono entrambe contro il tavolo intorno a cui è riunito con Gambit, Alfiere e Havok.
<<Quello che ho detto, non so che diavolo mi succeda!>> sbraita Nightcrawler, in viva voce, all'altro capo della linea telefonica.
-Che ci sia Pulce nelle vicinanze?- ipotizza Remy.
-Chiederemo a Scott se è a Westchester o meno.- annuisce Alex ma... tu ti senti bene?-
<<Sì... comunque ora vengo a piedi e mi faccio dare una controllata,>> conclude Kurt, esagitato, prima di troncare la conversazione.
-Ok, e adesso? Quel ragazzo verrà preso dai bulli.- si allarma il Cajun, colui che aveva raccolto la chiamata d'aiuto di un giovane mutante francese a Linea X.

Per le strade di Manhattan
Kurt Wagner è a dir poco sconvolto. La giornata lo aveva già scombussolato nel momento in cui aveva deciso di rompere il voto di castità, nel suo percorso verso il diaconato, con Diana, la donna di cui si è perdutamente innamorato contro ogni previsione e aspettativa. Si è aggiunta la novità della defaillance del suo potere mutante - un'esperienza che, se gli è già successa, non gli sovviene in questo momento.
E inizia a pensare che i due eventi non sia sconnessi. Potrebbe essere un segno di Dio, in risposta al suo peccato.
"Signore, perdonami"
Non è abituato a camminare per le strade della città, non con il dono che vantava. Per quanto i newyorchesi possano essere abituati a mutanti, alieni, déi e robot, sente comunque tutti gli occhi dei passanti puntati su di lui. La voglia di scappar via da quegli sguardi straniti, disgustati o imbarazzati è fortissima.
Abbastanza perché, improvvisamente, Nightcrawler scompaia in uno sbuffo di fumo blu.


Worthington Tower, Sala riunioni degli X-Men
-Bon dieu!- trasecola Gambit, quando il suo compagno di squadra si teletrasporta sul tavolo della stanza che stava per abbandonare, in cerca di soluzioni alternative.
-Tutto a posto?- si premura Arcangelo, altrettanto stranito.
-Io... non ne ho la più pallida idea!-
-Ok, ne riparliamo, possiamo provare a salvare Martin?- insiste Remy, scandendo in accento francese il nome di battesimo del ragazzo che ha invocato l'aiuto di Linea X di cui ha preso a cuore il destino, in barba alla sua aria cinica e spensierata.
-E se rimaniamo bloccati in Francia?- controbatte Havok.
-Faremo l'autostop.- ironizza Gambit.
-Per sicurezza andate voi due: siete più che sufficienti contro un'orda di ragazzini senza poteri.- dispone Arcangelo.
-Sono d'accordo - sente l'esigenza di confermare Alex Summers, ricevendo in cambio un'occhiataccia da Worthington.
Nessuno ribatte.
-Queste sono le coordinate, Kurt.- dice Alfiere, smanettando per far proiettare una mappa satellitare olografica tra loro.
Senza neanche il tempo di riprendersi da quell'ottovolante di sorprese e disposizioni, un Nightcrawler in modalità automatica si concentra sul compito affidatogli e stringe i polsi di Gambit.
"Serve il nostro aiuto, Signore", pensa intensamente, mentre localizza la destinazione.
La preghiera sembra essere esaudita, perché i due X-Men scompaiono sotto il naso di Arcangelo, Havok ed Alfiere.

Albany, Capitale dello Stato di New York, uffici del Procuratore Generale.

-Bailey, ho qualcosa adatto a te.-

Paul Bailey, Vice Procuratore Generale, un uomo sui 35 anni dai capelli e baffi neri, con una vaga rassomiglianza con Burt Reynolds quando aveva la sua età, guarda il suo capo nella Divisione Diritti Civili della Procura, che lo ha convocato nel suo ufficio.

-Di che si tratta?-

-Hai sentito di quel giovane mutante a cui un poliziotto di New York un po’ troppo nervoso ha sparato alla testa l’altro giorno?- gli chiede l’altro.

-Ovviamente sì. Da quel che ho sentito, il poliziotto si difende dicendo che temeva stesse per aggredirlo. La solita storia.-

-Appunto… e noi vogliamo assicurarci che non finisca al solito modo. La famiglia del mutante ha mandato un esposto al nostro ufficio e sta a te assicurarti che non sia un caso di violazione dei diritti civili e perseguirlo se lo è.-

-Alla Polizia di New York e alla Procura di Manhattan non farà piacere la nostra interferenza.-

-Affari loro. Io non intendo ignorare un reclamo simile in un momento così delicato... e nemmeno farmi battere sul tempo dai federali.-

-Sicuro che sia una buona idea mandare me? Forse non sono la persona adatta.-

-Io dico di sì. Tua cognata non è una mutante famosa che è a capo di quella fondazione?-

-Anche i miei figli sono mutanti e non vorrei che la gente pensasse che non sono imparziale.-

-Sciocchezze. I mutanti capiranno che non hai pregiudizi nei loro confronti e questo mi basta. Ti voglio a New York per domattina.-.

Paul annuisce. Forse è troppo prudente, ma ha la sensazione che lo stiano aspettando un bel po’ di guai.


Periferia di Aix-en-Provence, Francia
Quando Nightcrawler e Gambit si materializzano in Europa, hanno bisogno di qualche momento per fare mente locale. Soprattutto il secondo.
-Non ci farò mai l'abitudine.- lamenta, con una mano sullo stomaco "sottosopra".
In apparenza, si trovano in un quartiere residenziale, lontano dall'idea delle tumultuose banlieues di cui parlano di tanto in tanto i telegiornali internazionali.
La strada è deserta. Con sei fusi orari di differenza, qui è tarda sera. Il che è un bene per mantenere un basso profilo alla loro missione, un male per rintracciare il loro obiettivo. In supporto, purtroppo, suppliscono altri sensi.
Urla strazianti richiamano la loro attenzione.
-Laggiù!- indica Kurt, balzando a scatti verso un vicolo particolarmente buio, a una cinquantina di metri di distanza.
Quando le loro pupille si abituano alla mancanza di luce, si rendono conto che avrebbero preferito rimanere all'oscuro.
Un maschio, con tutta probabilità quel Martin, è una maschera di sangue, ed è circondato da quattro ragazzi armati di coltelli, ormai sporchi come i loro vestiti alla moda.
-No!- s'inalbera LeBeau. La rabbia non lo acceca del tutto, altrimenti avrebbe fatto saltar tutti per aria. Si limita a lanciare e far esplodere una carta sulle loro teste, con l'effetto di spaventarli e di illuminare di una tetra luce violacea la scena del delitto.
-Che cazzo..?!- grida il più spavaldo dei bulli, in francese.
Non ha il tempo di riprendersi che uno sbuffo blu fa comparire il mutante dall'aspetto demoniaco sulle spalle di un suo compagno. La sua prensile coda diavolesca solleva per il collo un terzo delinquente, nel frattempo che Gambit li ha raggiunti armato del suo fido bastone.
In casi come questi, la difficoltà non è mettere al tappeto gli avversari, ma farlo senza creare danni degni di nota, dal momento che sono inoffensivi dal punto dell'addestramento alla lotta fisica e della mancanza di facoltà metaumane. E non è facile trattenersi, dinanzi a uno scenario di quel tipo.
-Ringraziate la pietà che abbiamo dimostrato.- dice Gambit, in Cajun, non sicuro che i ragazzi riversi sull'asfalto possano sentirlo o capirlo. Un secondo più tardi è al fianco della vittima, insieme al suo compagno di squadra:
-Martin..! Come stai?-
-Grazie... io... i miei capelli...-
Come nelle peggiori cronache sui nativi americani, Remy si rende conto che i ragazzacci stavano facendo lo scalpo al mutante, per colpa dei suoi capelli dotati di vita propria. Per fortuna sono arrivati in tempo perché non finissero il lavoro su tutto il cuoio capelluto, sebbene ciò che rimane della chioma mutante sembri privo di vita, forse sotto shock, e l'emorragia sia seria.
Gambit raccoglie il telefono da cui è partita la telefonata di Linea X e riesce a chiamare un'ambulanza.
-Andrà tutto bene, ragazzo. Ci siamo noi adesso.- lo tiene tra le braccia.
Cerca lo sguardo di Nightcrawler, ma il tedesco è in uno stato catatonico. Senza il loro intervento, il ragazzo avrebbe rischiato la vita in maniera più grave, ma se non avesse avuto la defaillance del suo potere, probabilmente sarebbero arrivati in tempo per salvarlo da quell'esperienza traumatica e da quella mutilazione.
-Kurt! Ho trovato su Stark Maps il più vicino ospedale. Vediamo di portarcelo.- lo riscuote Gambit, con successo.

 

Ristorante Four Seasons, Midtown, Manhattan Il giorno dopo.

Warren Kenneth Worthington Terzo si alza in piedi quando sua figlia Grace entra nel salone di questo famoso (e costoso) ristorante della Grande Mela e sorride felice. Sono passati meno di due anni da quando lui ha scoperto di essere padre e che la figlia che aveva concepito quando non aveva nemmeno 16 anni, non appena si erano manifestati i suoi poteri mutanti, era stata fatta prigioniera da dei guerrieri provenienti da un’altra dimensione e tenuta reclusa per anni per essere studiata. Quando Grace era riuscita a liberarsi e a tornare sulla Terra aveva scoperto che nella dimensione in cui è stata portata il tempo scorreva più veloce che sulla Terra e che se per lei erano passati sette anni, per il suo mondo natale ne erano passati poco più di due. Eventi simili per gli X-Men sono decisamente frequenti: basti pensare ai “figli” di Scott Summers e Jean Grey; non c’è da sorprendersi che Arcangelo abbia accettato la cosa senza battere ciglio. Ora, a circa trent’anni, ha una figlia che sta per compierne 21 e ancora non è sicuro di essere all’altezza del compito di padre, ma è deciso a provarci.

Da quando Grace è stata ammessa alla Columbia University grazie anche alla sua influenza, si vedono sempre più raramente ed essere a pranzo insieme, è un’occasione per loro rara
-C'è un motivo principale per cui mi è venuta voglia di vederti.- gli sta dicendo Grace.
-Speravo non avessi bisogno di motivi particolari.- replica Warren con una punta di delusione nella voce.

-Non fare quella parte, su. Comunque niente di grave, ma sono comunque preoccupata. Hai presente lo Strange Palace, no?-
La ragazza si riferisce a un night bar frequentato da giovani mutanti e supereroi in erba, in cui ogni tanto Jubilee l'ha portata. (Non a bere alcolici. Almeno ufficialmente).
-Sì, perché?-
-Da un giorno all'altro hanno cambiato gestione. Il vecchio proprietario, Clive, è sparito, e non si sa chi sia quello nuovo.-

-Mi dispiace, quel posto era un'oasi di convivenza. Se avessi saputo che questo Clive aveva problemi finanziari, l'avrei aiutato, magari.-
-Non è solo questo. Io, Ray e Jube[1] ci siamo tornate, ieri sera incuriosite e i buttafuori ci hanno squadrate come se ci spogliassero con gli occhi e poi  ci hanno finalmente fatte entrare. È stato imbarazzante, credimi.

L’idea di Rachel Summers imbarazzata fa sorridere Warren, che dubita che esistano situazioni che la possano far sentire così, ma non lo dice alla figlia.

-Continua.- la incoraggia.

-Allora, siamo entrate e… il locale stesso è cambiato. È diventato uno di quei night club trasgressivi. Ci sono ragazze seminude e spettacoli… beh… puoi immaginarlo.-

-Sì, posso. Suppongo che a questo punto sarete andate via.-

-No, non subito. Prima ci siamo date un’occhiata intorno e ci siamo accorte che in giro c'era un mare di brutti ceffi e che quasi certamente circolavano delle droghe. Rachel è molto fiscale sulla privacy, di solito, ma vista la situazione sospetta ha detto di aver fatto una... lettura superficiale, diciamo. Per quanto mi faccia ancora strano parlare di certe cose... Pare che lì dentro ci fossero un po' di super-criminali in borghese. Roba tipo... Shocker o Electro...-

-Cosa? Quei due sono grossi latitanti che fanno parte dei Sinistri Sei! Non leggete i giornali?-

-Mmm, no. Su Facebook non ho visto nessun post del genere...-

Warren alza gli occhi al cielo esasperato. Era così anche lui all’età di sua figlia e delle sue amiche? Il che, ripensandoci, è stato solo una decina di anni prima. Fa un sospiro e si rivolge ancora alla figlia:

-E a quel punto cosa avete fatto?- incalza Warren temendo la risposta.

-Jube diceva che avremmo dovuto catturare quei criminali, Ray non era sicura che fossero affari nostri: in fondo erano comuni criminali anche se con superpoteri, ha detto.-

Quindi, non erano alla sua altezza? Warren scuote la testa. Era anche lui arrogante come Rachel alla sua età? Ripensandoci: sì.

-Jube insisteva che avremmo dovuto fare qualcosa, poi Ray ha ricevuto una telefonata da un certo Stuart, ha detto che aveva un impegno urgente altrove e se ne è andata velocemente. Alla fine io e Jube abbiamo rinunciato, eravamo solo due contro chissà quanti.. Jube vorrebbe tornarci stasera, ma io ho pensato di avvertire anche te.-

-Meno male. Non vi è saltato in mente che potevate chiamare la polizia, tanto per cominciare?-

-E dire cosa? Che l’abbiamo scoperto grazie all'uso della telepatia?-

-Ok, avreste potuto chiamare Linea X, come tutti. Avreste dovuto chiamare noi X-Men, accidenti. Vabbè , grazie di avermelo segnalato, ce ne occuperemo e….-

Warren esita e sospira prima di proseguire. Davvero tocca a lui dire certe cose del tipo: fa quel che dico, non quel che faccio? I tempi sono davvero cambiati e fare il padre non è facile.

-... non tornate più da quelle parti, chiaro? Spero che le ragazze ti portino in posti nuovi e... più tranquilli.-
-Sì, sai che puoi fidarti di loro.- replica Grace
-Lo so? Non so qual è lo standard di "tranquillo" per chi viene da un futuro fatto di Sentinelle e campi di concentramento.-

-E quale sia lo standard di una ragazza cresciuta nelle segrete della Dimensione dell’Alba Cremisi non ti preoccupa?-

-Certo che mi preoccupa. Mi rimprovero ancora per aver negato per anni le mie responsabilità di padre, ma ora vorrei rimediare. So che è quasi impossibile per quelli come noi, ma vorrei davvero che tu non andassi incontro ai guai.-

-Ti sembro il tipo che lo fa?-

-Vuoi davvero che ti risponda?-

-Non fare il pignolo. Senti, piuttosto, a proposito di divertimento, ma... tu non ti stai vedendo con nessuna? Quando ci siamo trasferiti vedevo sempre un viavai di donne mozzafiato salire a casa tua... poi, dopo qualche settimana, il nulla totale. E ho anche chiesto conferme in giro, eh.-
-Sono lusingato di cotanta attenzione.- ribatte Warren in tono fin troppo ironico per essere sincero.
-Dai, che è successo? Proprio adesso che tiravi più che mai senza la pelle blu... Non è che hai... problemi... di salute, diciamo?-

Warren avvampa come un peperone. Grace è decisamente… sfacciata. Lui non avrebbe mai avuto il coraggio di dire a suo padre una cosa simile.

-No! Insomma..! No, è tutto a posto. Sono... molto preso con il lavoro, ecco. Devi... devi sapere che c'è anche una componente di stress in una vita sessualmente attiva e... promiscua. Ricordatelo, per quando tra venti o trent'anni inizierai anche tu. Non prima, mi raccomando. Magari aspetta che io tiri le cuoia, se riesci.-

Grace gli risponde con una linguaccia e, per un attimo, il cuore di Warren si scalda. Anche se in un angolo della sua mente è sicuro che non riuscirà a tenere ancora nascosta a lungo la sua storia con Jean Grey. Deve parlarle, non appena tornerà dalla visita a sua madre.

 

Ambulatorio medico della Worthington Tower
-Non so che dirti, Kurt. Le analisi sono tutte negative. Anzi, hai una salute invidiabile- annuncia Cecilia Reyes, medico di fiducia degli X-Men, di stanza nel grattacielo -Perlomeno a livello fisico.-
-Anch'io inizio a pensare che sia stato un problema mentale...-
-Guarda che non devi preoccuparti più del dovuto, secondo me. Può capitare. Non ti svegli mai con una gamba addormentata? Non è che di colpo non sai più camminare, è solo un momentaneo problema di circolazione, tanto per fare un esempio.-
-Solo che cose così capitano sempre a chiunque, invece questa cosa non mi era mai capitata, né a nessuno degli altri mutanti con cui ne ho parlato. Abbiamo appurato che Pulce era a scuola...-
-Potrebbe essersi in giro un altro mutante con la capacità di spegnere i poteri degli altri. E tu m'insegni che esistono tecnologie per inibire le energie mutanti, ma questo è campo di competenza di voi "paladini della giustizia". Sul fronte medico non ho nulla da dirti.-
-Ti ringrazio di avermi tranquillizzato. Mi rifarò vivo nel caso dovessi avere di nuovo... problemi-
-Allora mi auguro non ti rifarai vivo. Non per motivi di salute, insomma. Buona giornata, Kurt.-

Las Vegas, Nevada

L’uomo alto e segaligno con la barba e i baffi bianchi sembra un dirigente d’azienda e non desta affatto l’attenzione mentre scende dalla sua auto ed entra in quella che sembra una tipica villetta di un tipico quartiere residenziale come ne esistono anche in questa città, capitale del divertimento e del gioco d’azzardo. Chiusasi la porta alle spalle, si avvicina ad una libreria e attiva un comando nascosto che fa scostare la scaffalatura rivelando il vano di un ascensore. Mentre vi entra e preme il pulsante di discesa, l’uomo cambia rapidamente forma e diventa una donna dai capelli rossi e dalla pelle blu vestita di una comoda calzamaglia bianca. Chi si tenesse informato sui maggiori ricercati della nazione non faticherebbe a riconoscere la donna nota come Mystica, etichettata dalle maggiori agenzie di sicurezza di molte nazioni come «terrorista mutante».

Quando esce dall’ascensore si ritrova in un’ampia palestra, dove l’attende quello che sembra poco più di un ragazzo che indossa un’attillata tuta nera, la sua carnagione è scura e sulla fronte porta un berretto di lana nera che copre parzialmente alcuni piccoli riccioli dei suoi capelli scuri, i suoi occhi sono coperti sottili occhialetti neri.

-Finalmente sei tornata.- sbotta.

-Sei troppo impaziente, Floppy.- replica Mystica.

-Davvero?- ribatte il giovane con un chiaro accento d’ira -Avevi detto che avremmo liberato i miei compagni[2] ma sono passati mesi e non abbiamo combinato nulla a parte starcene nascosti.-

-Ci sto lavorando.- risponde lei -non è così facile come credi far evadere qualcuno dalla Volta, ma credo di avere trovato il modo.-

-E che aspettiamo?-

-Il momento giusto e arriverà tra meno di una settimana.-

-Che intendi dire?-

-Vedrai… con un po’ di pazienza.- è la sibillina risposta.

 

Worthington Tower, Sala riunioni degli X-Men
Arcangelo ha indetto una riunione d'emergenza della sua squadra. Alla spicciolata, i membri attivi - il che esclude al momento Nightcrawler - fanno il loro ingresso in sala.
Gambit coglie la palla al balzo e prende posto accanto ad Husk.

-Ti sei persa una gita in Francia, l'altro giorno.-
-Mi becco sempre il turno al centralino nelle occasioni migliori.-

-Ci sei mancata.-
-Addirittura?-

-Manchi molto almeno a me... dopo lo scontro con Mamba Nero e compagnia bella.-
Husk diventa paonazza, al ricordo di come era rimasta nuda davanti a tutti e ai commenti che lui aveva fatto in proposito. Decide di dribblare l'allusione:
-Oh, a proposito, ti devo ancora rendere l'impermeabile! Che sbadata..!-
-Puoi tenerlo, ne ho un armadio pieno. Anzi: verrò a riprenderlo personalmente...-

Il colore della pelle mutante della ragazza non accenna a cambiare. A maggior ragione quando viene ripresa da Havok, che si è seduto di fronte a loro e che li ha fissati per tutto il tempo:

-Avete finito? Ci hanno convocati per qualcosa di serio, non per chiacchierare.-.
-Siamo nervosetti oggi?- rimarca stizzito LeBeau.
-Ho i miei motivi.-
-Grazie, Alex - prende la parola Arcangelo -Ho saputo da Angel e la giovane Fenice di strani movimenti di super-criminali allo Strange Palace, che tutti conoscete almeno di fama. Movimenti occorsi dopo un improvviso e sospetto cambio di gestione. Non è detto che la situazione sia rimasta invariata rispetto alle segnalazioni di ieri sera, ma pare che due dei Sinistri Sei latitanti fossero lì.
Sullo schermo alle loro spalle, grazie a gesti precisi del portavoce, compaiono foto segnaletiche di Shocker ed Electro, seguiti da stralci del Daily Bugle su eventi recenti.-
-Considerando le taglie che pendono sulle loro teste e del caos che la cosiddetta Guerra Sinistra sta portando in città, sarebbe cosa buona e giusta se indagassimo e ce ne occupassimo. Finora siamo stati a guardare, e in questa guerra tra bande è morta della gente.-[3]
-Dobbiamo per forza occuparci di qualcosa di "sinistro"?- domanda Gambit, tra il serio e il faceto. Nessuno ride perché per nessuno c'è da scherzare sui trascorsi tra il Cajun e un certo genetista criminale.

 

In un laboratorio segreto
Un uomo dalla pelle color avorio sta trafficando con un calcolatore avveniristico.
Una mappa satellitare ha un segnale rosso lampeggiante e ciò lo rende felice come un bambino che ha appena ricevuto per Natale il suo regalo preferito. Abbastanza su di giri da parlare con un ragazzo dai capelli castani, a pochi passi da lui - in animazione sospesa, in un tubo ripieno di un liquido verde simil-amniotico.
  tutto pronto, ho trovato la tua anima gemella. Devo solo fare un salto in Cina e... convincerla a lavorare con me. Dopodiché il grosso del lavoro sarà fatto e sarà un gioco da ragazzi annientare tutti gli X-Men.

 

Worthington Tower, Sala riunioni degli X-Men

-Qualcuno ha dei suggerimenti su come agire?- chiede ancora Warren.

-Prima di gettarci a testa bassa dovremmo studiare il terreno, essere sicuri che i bersagli ci siano quando colpiremo.- suggerisce Alfiere.

-C’è un problema- puntualizza Alex –Se davvero lo Strange Palace è diventato un ritrovo per malviventi, non ci faranno entrare facilmente. Ci vorrebbe qualcuno che ha la fama di scapestrato fuorilegge e notorie connessioni con la malavita.-

-Ehi… perché guardate me?- esclama Gambit, poi sospira -Ho capito: mi tocca il lavoro sporco, come al solito.-

-Non lamentarti, Remy.- replica Arcangelo -Ci rivolgiamo a te perché sappiamo che farai un buon lavoro.-

-Tu sì che sai galvanizzare i sottoposti, Worthington.-

-Ma davvero sono così pericolosi questi Sinistri Sei?- chiede Paige Guthrie -Alcuni di loro non hanno nemmeno dei veri poteri ma dei gadget.-

-Ma hanno dimostrato di essere pericolosi in più di un’occasione.- ribatte Warren.

-Sperate che Electro non si allei mai con Magneto. Dio solo sa che cosa sarebbero capaci di fare se utilizzassero insieme i loro poteri.- puntualizza Havok
-O se solo Electro imparasse a usare il suo come si deve.- aggiunge l’Uomo Ghiaccio.

-Bene. Allora ci ritroviamo tutti qui stasera alle 10.- precisa Warren.

Il gruppetto si scioglie e Havok si avvicina all’ascensore per raggiungere il suo appartamento.

-Aspetta! Vengo anch’io.- esclama Paige infilandosi nella cabina prima che si chiuda.

Per qualche secondo i due rimangono silenziosi poi è Paige a rompere il silenzio:

-Riguardo il commento di prima... non è che sei geloso di Remy?!-
-Io? Ma cosa... Non...-
Per la prima volta da mesi, Paige vede venir meno l'uomo tutto d'un pezzo che ha imparato a guardare con occhi diversi. Gli si avvicina lentamente.
-Guarda che non c'è niente tra me e Gambit. Sarà un bell'uomo, ma io... ho altro per la testa.-

-Ok, ma... per favore, non... avvicinarti troppo. Lo sai che il tuo odore... della tua pelle... la tua pelle... dà alla testa... Oddio ma che sto dicendo?.-
-Davvero? Ti piace?-
Paige gli prende la mano e con il dorso delle dita gli fa accarezzare la sua guancia, setosa come una pesca. I vantaggi di un potere mutante che può fartela rigenerare più volte al giorno.
-Si lasci andare, signor Summers...-
Alex la prende in parola e non ferma le labbra di Paige quando si accostano alle sue.

 

Cathedral Seminary House of Formation, Queens
Kurt Wagner non riesce a concentrarsi sulla voce del professore di Teologia dei Ministeri.
Parte della sua mente rivive l'orrore di Martin, della sua testa ferita e insanguinata, delle sue urla di dolore e della paura che aveva quando lui e Gambit lo hanno salutato in ospedale, pur dopo tutte le rassicurazioni.
Parte della sua mente è corrosa dal pensiero di ciò che è successo con Diana, a cui sta sfuggendo da giorni, dopo che hanno ceduto alla loro passione. Non ne ha ancora parlato con il suo padre spirituale e non ha ancora deciso che cosa fare del suo futuro. Continua a essere convinto che Dio lo abbia punito per il suo peccato, che gli abbia mandato un avvertimento, privandolo del suo potere nel momento del bisogno; oppure che il suo senso di colpa possa aver inibito l'attivazione del teletrasporto.
In ogni caso, non può ignorare nessuno di questi possibili segnali.

 

Appartamento di Alex Summers, Worthington Tower

-Non dirmi che ti sei già pentito.- dice Paige Guthrie distesa, nuda, accanto ad Alex, anche lui in tenuta adamitica, nel grande letto matrimoniale con le lenzuola disfatte.

-Non… non esattamente.- replica impacciato lui.

-Non sarà per la differenza d’età, vero? Sono una donna adulta ormai, non la ragazzina che ero quando mi hai conosciuto.-

-No… non è per quello… o meglio non è solo per quello.-

Alex deve confessare a se stesso di essere imbarazzato e davvero non è solo per il timore di dover affrontare Cannonball se mai dovesse scoprire che è andato a letto con sua sorella. No, Paige ha ragione: sono entrambi adulti consenzienti e non devono vergognarsi di nulla. Il fatto è che probabilmente lui non sarebbe finito tra le lenzuola con lei se al mattino non avesse avuto un imbarazzante incontro con la sua ex Lorna Dane al Palazzo dei Vendicatori. Ha davvero fatto la figura del fesso con lei e con Johnny Storm.[4] Cosa sperava di ottenere? Doveva saperlo che tra lui e Lorna ormai è finita,  ma dopo che Betsy[5] ha deciso di andare in Canada con Wolverine e Tempesta[6] lui si è sentito così solo e vulnerabile… ed è a quel punto che era apparsa Paige ed è successo quel che è successo.
- Sicuro? Ti devo confessare che per anni sono stata innamorata persa di Sean...- dice Paige, riferendosi a Banshee -… ma faticavo ad ammetterlo anche con me stessa, perché io ero troppo piccola, lui era un mio insegnante ed era tutto tremendamente sbagliato. Assodato che ho un debole per gli uomini più grandi di me... non voglio farmi più questo genere di problemi.-

- E non facciamocene allora...- sorride Alex e si sporge per baciarla ancora. Lei gli si concede solo per qualche secondo:
- Vorrei recuperare il tempo perduto in questi mesi, ma... è meglio se ci prepariamo per stasera.-
- Saggia ragazza.-

 

Strange Palace

Entrare non è stato difficile: un paio di telefonate e il nome di Remy LeBeau si è ritrovato in cima alla lista dei VIP assieme ad un ospite a sua scelta. Nessuno è sorpreso quando si presenta assieme ad una bella ragazza bionda vestita con un miniabito molto aderente e molto appariscente.

Uno dei buttafuori la guarda con aria perplessa.

-Ha l’età giusta, mon ami, te lo posso assicurare… ma se vuoi dare un’occhiata ai suoi documenti…-

Con un gesto rapido il Cajun infila due biglietti da cento dollari nella mano dell’uomo che li intasca e replica:

-No, non è necessario: si vede che ha più di 21 anni.- e li fa passare.

A vederli sembrano una normale coppia, del tipo abituato a frequentare posti trasgressivi come questo. Anche se ad un occhio attento non  sfugge il disagio di Paige.

-Con questo abito addosso mi vergogno più di quando mi capita di restare nuda dopo uno scontro.- si lascia sfuggire.

-Rilassati, chérie.- ribatte Remy a bassa voce -Fai finta di divertirti. Stiamo entrando nell’area riservata.-

-Ancora non capisco come tu sia riuscito a procurarti un invito in così poco tempo.-

-Mio padre, il mio padre adottivo per essere esatti, è il capo assoluto della Gilda dei Ladri di New Orleans. Il nome dei LeBeau apre molte porte in certi ambienti.-

Paige nota un certo imbarazzo nel suo accompagnatore. Sapeva che Gambit era stato una specie di ladro gentiluomo, ma ignorava molti dettagli del suo passato ed è chiaro che a lui non piace parlarne troppo.

-Come riconosceremo quelli che stiamo cercando?- chiede.

-Oh, è facile.- risponde Remy -Vedi quel tavolo là in fondo? Il tizio nell’angolo a destra è Max Dillon, Electro, dall’altro lato c’è Hermann Schultz, meglio noto come Shocker, la mulatta non so chi sia, e nemmeno l’altra ragazza.
-Ma non è Kim Kardashian quella? Se è lei, è dimagrita parecchio.
-Ok, quella dev'essere la Camaleonte. L’ultimo si chiama Michael Bingham, uno dei migliori allievi dell’”Accademia” di Taskmaster. Si fa chiamare il Ragno di Sangue.-.

-Hai fatto i compiti, eh? Non posso dire di essere un’esperta di supercriminali...- dice, sempre sottovoce, Paige -… in fondo sono solo un’ingenua ragazza del Kentucky, ma mi sembra che qui dei Sinistri Sei ce ne siano al massimo due.-

-Infatti, secondo il dossier che io mi sono preso la briga di leggere, gli altri appartengono al Sinistro Sindacato: c'è qualcosa che non quadra. Ce ne preoccuperemo dopo, intanto avvertiamo les nos amis.-

<<Ti abbiamo sentito, Gambit.>>  conferma Arcangelo <<Abbiamo almeno tre supercriminali identificati. Può bastare.>>

-Se lo dici, tu, capo. Cosa suggerisci adesso?-

<<Per quel che ne sappiamo, l’intera clientela del club può essere composta da criminali super o no, ma se anche se gli avventori innocenti fossero pochi, non  possiamo correre il rischio di metterli in pericolo. Dobbiamo portarli all’aperto con discrezione.>>

-Se aspettiamo che se ne vadano di loro spontanea volontà, qui facciamo l’alba. A me non dispiacerebbe, ma la ragazza di campagna qui deve andare a letto presto.-

-Ehi!- esclama Paige piccata.

-Calma, jeune fille, non volevo certo offenderti.-

Remy afferra un bicchiere di champagne da un vassoio portato da una ragazza in bikini a cui fa un sorriso sornione. Sorseggia il contenuto, poi la sua mano si illumina e il bicchiere comincia a brillare. Il Cajun lo lancia con forza verso il tavolo dei supercriminali, dove esplode facendo sobbalzare le persone sedute.

-Ma che ca…-+

-E tu saresti un supercriminale, Dillon? A me sembri solo un buffone!- esclama Gambit in tono di sfida.

-Amico, stai cercando guai?- esclama Max Dillon alzandosi in piedi con un’espressione feroce sul volto.

-Sto cercando di guadagnarmi la taglia che hai sulla testa. Che mi dici, vieni via con le buone, oppure…?-

La sola risposta di Electro è una scarica elettrica che danza dalle sue dita verso Remy, ma che viene intercettata da Paige trasformatasi in pietra.

-Supereroi, maledizione!- esclama Mike Bingham.

-Non so chi siano ma avranno una bella lezione.

-Sono sempre stato un pessimo studente.- replica Remy.

Con un salto acrobatico scavalca il tavolo dei supercriminali.

-Pardonnez moi, mesdames.- dice alle due donne ancora sedute mentre afferra due bicchieri e li carica di energia scagliandoli contro una parete, su cui si apre un buco. Husk, ancora rivestita di roccia, completa l’opera con un pugno, poi entrambi si fiondano all’aperto.

-Che facciamo?- chiede Hermann Schultz.

-Li inseguiamo, è ovvio- replica Max Dillon –Li voglio friggere ben bene quei due. Fuori i costumi!-

 

Nel cortile esterno dello Strange Palace.

-Sbaglio o Arcangelo ci aveva raccomandato discrezione?- chiede un po’ seccata Husk al compagno.

-Vraiment?-replica lui con un sorriso sfacciato –Devo aver capito male...-

-Tu… tu…-

Gambit non le risponde e si sfila il vestito rimanendo in costume, meno il suo caratteristico impermeabile, ovviamente. Si sta sistemando la bandana quando escono anche i loro avversari, anch’essi in costume adesso.

-Chiunque voi siate, adesso avrete una bella lezione.- proclama Shocker.

-Io non credo proprio.- replica Arcangelo calando dall’alto mentre gli altri membri del gruppo escono dall’ombra.

-È una trappola!- esclama Electro –Sono i fo§§*ti X-Men.-

-Tssk, che linguaggio disdicevole.- ribatte l'Uomo Ghiaccio –Il mio vecchio amico Bestia non avrebbe gradito e mia nonna ti avrebbe costretto a lavarti la bocca con il sapone. Io ho solo questo.- e gli chiude la bocca con una morsa di ghiaccio.

-Non bastavano l’Uomo Ragno e i suoi dannati amici.- commenta il Ragno di Sangue -Pure i mutanti ci si dovevano mettere a romperci le scatole.-

-Ok, questi non mi sembrano i classici Sinistri Sei... non che sia un esperto in materia, eh - fa notare Havok.

-I Sinistri Sei sono acqua passata, signori. La città è in mano al Sinistro Sindacato, adesso - proclama Shocker.
-X-Men, non abbiamo nessuna intenzione di combattere. Il nostro capo non vuole spargere sangue mutante, se non necessario.- annuncia la Camaleonte, prendendo in maniera sfacciata le fattezze mascherate del Coordinatore. Che, tradotto, vuol dire che  in qualità di boss del super-crimine non vuole mettersi contro la comunità mutante, foss'anche attaccando i paladini della parte avversa.
-Si facesse vedere il vostro capo, se ha il coraggio, dopo quello che sta combinando in questa città - minaccia Arcangelo.
-Già. Peccato che lui non voglia che combattiate, perché noi abbiamo tutte le intenzioni di assicurarvi alla giustizia- lo segue a ruota Havok.
-Quand'è così... fateli fuori!- intima ai suoi la Camaleonte.

Shocker attiva le sue unità vibratorie da polso e dirige una doppia scarica su Husk. La pelle di pietra della ragazza si sgretola ma è sostituita da una di metallo.

-Se pensi che basti, ragazzina…- ribatte il supercriminale -… mi basta regolare l’intensità delle mie armi…-

-Sempre che ti lasci il tempo di farlo.- replica Arcangelo sbattendo le ali con un contraccolpo che spedisce Shocker e Electro contro una parete. Quest’ultimo si è liberato della museruola di ghiaccio e spara scariche elettriche ad alta intensità contro i suoi nemici, ma Alfiere gli si para davanti  assorbendo in pieno il colpo e rimandandolo al mittente.

-Meno uno.- dice.

Un attimo dopo un colpo della coda della nuova Scorpione lo spedisce lontano.

-Impara a guardarti le spalle.-

-E chi guarda le tue?- replica Havok spedendole contro una scarica di plasma che la stordisce.
Senza che lui se ne accorga, la Camaleonte prende le fattezze di un mostro tentacolato e, con una delle sue spire, avvinghia Alex Summers per il collo, per poi sbalzarlo via contro il cemento.

-Cosa sei, uno Skrull? Sarà dal processo a Fenice che non ne vedo uno...- dice tra il serio e il faceto Drake, nel frattempo che cerca di contenere la mutaforma. 

-Anch'io- fa eco Alfiere, coprendo la propria voce con il fuoco del fucile energetico.
-Non sono un fo##u#o alieno!-urla la voce distorta della criminale, che resiste all'assalto su più fronti e prende tra le sue spire tutto il gruppo di eroi. Una mossa azzardata, giacché l'Uomo Ghiaccio abbassa repentinamente la temperatura del tentacolo, abbastanza da rischiarne l'amputazione.
Lo shock ha l'effetto di far tornare la Camaleonte in forma umana, per pochi secondi, prima che assuma le fattezze del Magneto dei vecchi tempi.
-Moooolto divertente.- batte le mani Bobby, in modo inequivocabilmente canzonatorio.
-Ok, abbiamo scherzato finora, ora basta.- si rialza Havok e scarica la più innocua delle ondate di plasma per investire tutto il Sindacato.
Con somma sorpresa di tutti, l'attacco viene deflesso da un invisibile campo di forza elettrica.
-Qualcuno ha studiato fisica, qui.- si complimenta Summers, all'indirizzo di Max Dillon.
-Prova a bloccare questo.- sfida Gambit, che con un'esplosione di energia cinetica spariglia Electro e la Scorpione.
Intanto il Ragno di Sangue ha attaccato l'elemento che, d'istinto, considera più debole, vale a dire Husk. L'asfalto si sgretola sotto i suoi piedi, per effetto di un raggio di plasma emesso da un uomo molto protettivo.
-Non ce n'era bisogno, ma grazie-dice Paige, gli occhi illuminati dalla passione.
Shocker sta sgretolando tutto il ghiaccio con cui Bobby Drake sta cercando di attaccarli o imprigionarli. Gambit sta avendo qualche difficoltà con la velocità e la forza sovraumane della Scorpione.
-Arcangelo, aiuto!- grida Husk, trascinandosi sulla strada. Warren si distrae abbastanza per essere frustato dalla coda dello Scorpione, appena in tempo perché il suo sguardo cada sulla vera Paige Guthrie e si renda conto di esser stato turlupinato dalla Camaleonte un secondo di troppo.
-Ora. Davvero. Basta!- sentenzia Havok, scatenando tutte le sue riserve di energia cosmica contro gli avversari, stavolta senza che il signore dell'elettricità sia pronto a neutralizzare il suo assalto.

Per gli esponenti del Sinistro Sindacato è chiaro che hanno temporeggiato fin troppo, ma che non possono vincere e bisogna tirarsi fuori dai guai.

-Electro, è il momento... Protocollo Solmisazione.- proferisce enigmatico Shocker.
La dinamo umana coglie il messaggio, annuisce e grida agli altri suoi commilitoni:
-Solmisazione!
Anch'essi colgono l'antifona nascosta in quel codice, che utilizza una parola d'ordine rara e fuori contesto che solo loro possono capire e senza perdere tempo scappano via come sorci su una nave a picco, in piena ritirata.
-Cosa dice? Che succede?- si domanda per tutti Havok.

Maxwell Dillon impone le mani in direzione degli straniti X-Men.
Chiude gli occhi.
Sente il campo elettrico che pervade tutti loro.
E dà il via a un impulso.
È un trucco che gli ha insegnato il dottor Octopus durante l'ultimo, effimero revival dei Sinistri Sei. Otto lo rimproverava sempre di non usare tutto il suo potenziale. Se solo si fosse concentrato, avrebbe potuto trasformarsi in un defibrillatore umano a distanza - con effetti inversi e nocivi.
Difatti, la scarica che attraversa l'aria e i corpi degli X-Men ha come conseguenza uno shock bioelettrico in grado di arrestare il battito dei loro cuori.
Uno dopo l'altro, i mutanti cadono come mosche.
Tranne Alfiere, ovviamente. Lucas ha assorbito l'energia di quella perturbazione.
- Tu..!-
L'istinto gli suggerirebbe di rispedirla al mittente; la ragione gli dice che ha bisogno di sfruttare quell'energia per invertire i micidiali effetti della mossa di Electro; anche perché quest'ultimo è svenuto per lo sforzo compiuto.
Il mutante del futuro si toglie i guanti e, uno per uno, posa una mano sul petto dei suoi compagni di squadra, rianimandoli con scariche elettriche che li fanno sussultare, rinvenire e tossire.
Alle sue spalle, il Sinistro Sindacato raccoglie l'uomo che ha messo in scacco tutta la squadra di eroi e si dà alla macchia.

 

Scena del Crimine: Strange Palace e dintorni.

Qualche cittadino ben intenzionato ha chiamato la Polizia quasi all’inizio della battaglia e la parola chiave “supercriminali” è bastata perché fosse allertata la squadra speciale della SWAT nota come Codice Blu. Purtroppo il tempo necessario ad arrivare dal loro comando è stato sufficiente perché il Sinistro Sindacato riuscisse a dileguarsi.

Nel frattempo è arrivata un’ambulanza con un’unità di primo soccorso che si avvicina agli X-Men, storditi ma vivi.

Dal gruppetto di Codice Blu si stacca un’attraente donna di colore sulla cui uniforme spiccano i gradi di tenente. Senza preamboli si rivolge a Lucas Bishop:

-Alfiere, giusto? Com’è che quando mi vedo con voi X-Men ci sono sempre di mezzo dei guai?-

-Perché è il nostro lavoro, Tenente Jones?-

Charlotte Jones fa una smorfia ed aggiunge:

-Beh, se non altro stavolta non avete raso al suolo un paio di palazzi, come vostro solito. Ai vecchi tempi per trovarvi bastava seguire la scia delle macerie.-

-Sei sempre la solita esagerata Charlotte.- interviene l’Uomo Ghiaccio.

-Sono solo realista, Bobby. Tutto a posto?-

-A parte che ci vedo doppio, direi di sì. Perché non lo chiedi anche a Warren? O ti imbarazza parlargli?-

-Non mi conosci abbastanza, Drake.-

Detto questo, Charlotte si avvicina ad Arcangelo ancora scosso.

-Come stai?- gli chiede sinceramente preoccupata.

-Sono stato meglio ma sopravvivrò.- è la laconica risposta di Warren che poi si sforza di sorridere e aggiunge: -Congratulazioni per la promozione.-

-Grazie. Ho gradito i fiori che mi hai mandato.-

-Era il minimo che potessi fare. Com’è essere al comando di Codice Blu?-

-Non ci si annoia mai, diciamo. Sono stata sorpresa quando Stone[7] ha scelto me per succedergli. Devo dire che l’aumento di grado e di stipendio sono stati i benvenuti, specie ora che Tim è alle superiori.-

-Come sta?-

-Come tutti i ragazzi della sua età, credo. Da almeno un paio d’anni va a scuola da solo. Non sia mai che i compagni lo vedano accompagnato dalla mamma.-

-Scuola pubblica o privata?-

-Pubblica. Con lo stipendio che ho, arrivo a malapena a fine mese, figuriamoci se posso permettermi una costosissima retta.-

-Ho delle conoscenze, potrei mettere qualche buona parola o aiutare in qualche altro modo.-

-No, grazie. Ce la caveremo da soli. Per il resto… ti vedi con qualcuna?-

Warren abbozza un sorriso e risponde:

-Tipica domanda da ex. Diciamo che è… complicato.-

-Ok… ho capito: niente domande personali e ti ringrazio di non averne fatte  a me.-

-Se te ne avessi fatte, che avresti risposto?-

-Che è… complicato.-

Ridono all’unisono, poi Warren tossisce ed un paramedico si avvicina.

-Ora basta, Tenente!- intima -Il paziente deve riposare. È sicuro di non voler venire in ospedale?-

-No, grazie.- replica Warren -Stanno venendo a prenderci e ce la caveremo benissimo da soli.-

-Come volete, ma dovete firmare queste liberatorie.-

-Ci vediamo, Warren.- si congeda Charlotte.

-Sì… ci vediamo.- mormora Warren.

La vede allontanarsi e riflette: un’altra delle sue relazioni fallite, per colpa sua ovviamente. Non deve accadere anche con Jean, non può permetterselo, è la sua ultima occasione e non se la lascerà sfuggire.


Worthington Tower, Sala riunioni degli X-Men
Il giorno dopo, al consueto debriefing mattutino;  i membri del gruppo si presentano ancora tutti acciaccati dagli arresti cardiaci. Cecilia Reyes non voleva si alzassero dai loro letti, ma nessuno ha voluto darle retta.

- Per mesi abbiamo combinato poco quanto niente. Quando decidiamo di fare sul serio, prima ci facciamo sfuggire la Regina Ragno, poi l'intero Sinistro Sindacato. C'è qualcosa che non va.- lamenta Arcangelo.
- Dobbiamo allenarci di più: siete troppo impegnati a rispondere al telefono e troppo poco ad addestrarci tutti insieme.- è la soluzione di Alfiere, con la mentalità di un soldato.
  vero, ma c'è un altro genere di questioni che servirebbe affrontare per lavorare meglio come team - interviene Gambit.
-A che cosa alludi?-
-Ci sono tensioni nell'aria, e non mi riferisco a quelle sessuali o sentimentali, che pur sono soffocanti.- continua, lanciando un'occhiataccia ad Havok e Husk  -C'è una questione di leadership non del tutto affrontata. Warren è il nostro capo, perché finanzia gran parte del progetto ed  è un membro fondatore, ma Alex si atteggia a comandante in campo, non solo in sua assenza, e Bobby tenta di fare lo stesso. Senza contare l'ombra di Jean.-
-Insomma ci sono più candidati leader che membri comuni della squadra?-
-A quanto pare, Paige. E Remy ha ragione, in pieno. Io dico che è ora di metterla ai voti, una volta per tutte - sentenzia Alfiere.

 

Nel prossimo episodio:
Chi sarà il leader degli X-Men di Manhattan? Che ne sarà di Nightcrawler? Che cosa sta tramando lo scienziato non-più-tanto-misterioso?


Note

I criminali incontrati in questo episodio sono classici nemici dell’Uomo Ragno ed attualmente sono al soldo del misterioso Coordinatore, impegnato in una guerra per il controllo del mondo criminale di New York, guerra i cui riflessi possono essere visti anche nelle serie Devil e Occhio di Falco.

Questa storia si ambienta tra i numeri 91 e 93 del nostro L'Uomo Ragno.

Paul Bailey è il marito di Sara Grey, la sorella maggiore di Jean, con cui ha avuto due gemelli, Joey e Galyn, i cui poteri mutanti sono stati precocemente attivati dalla misteriosa Tata.

Mystica… serve davvero che la presentiamo? -_^

Regali e dolcetti a Carlo

Carbone e scherzetti a Mickey.

 

Carlo & Mickey



[1] Ovvero Rachel Summers, nota anche come Fenice, e Jubilation Lee alias Jubilee.

[2] Catturati in Capitan America #49.

[3] Per tutti questi eventi, fate riferimento a L'Uomo Ragno, in particolari ai numeri #89/91.

[4] Di che parla? Scopritelo leggendo Vendicatori #94.

[5] Betsy Braddock, alias Psylocke

[6] In imminentii episodi di Alpha Flight.

[7] Marcus Stone, il Capo del Dipartimento di Polizia, il poliziotto più alto in  grado di New York City.